Il Consorzio di Bonifica perde 2 ricorsi

Consorzio di Bonifica in difficoltà: bollettini da motivare e benefici da dimostrare

Il Consorzio di Bonifica delle Marche è sempre più inguaiato: due sentenze hanno chiarito da un lato che i bollettini di pagamento, inviati ai cittadini marchigiani, devono contenere chiaramente la motivazione del richiesto pagamento, e dall’altro che non deve pagare chi non abbia ricevuto benefici dalle opere eseguite.

Ho depositato l’interrogazione 624/18 “Liceità nell’emissione del contributo di bonifica da parte del Consorzio di Bonifica delle Marche” alla quale l’assessore Casini non è riuscita a rispondere in modo soddisfacente.

Il primo ricorso

La Commissione tributaria provinciale di Pesaro e Urbino, con pronuncia n.272 del 12 Aprile 2018, ha accolto un ricorso nel quale, a fronte di una specifica e documentata perizia giurata, emerge che un immobile per cui il Consorzio di Bonifica pretendeva il contributo, non solo non ha mai ricevuto vantaggi specifici dall’attività consortile, ma, per le sue connotazioni specifiche, non sarà mai suscettibile di ricevere vantaggi dall’attività consortile.

E’ infatti compito della Regione approvare il Piano Generale di Bonifica, il cui scopo è quello di individuare le opere di bonifica da realizzare, stabilendo gli interventi di miglioramento fondiario per i privati; solo in seguito all’approvazione del Piano Generale di Bonifica può essere validamente redatto il Piano di Classifica dal quale discende la possibilità di chiedere il contributo di bonifica (bollettino) ai cittadini per i lavori eseguiti sul territorio.

Dalla pronuncia della Commissione tributaria provinciale di Pesaro e Urbino, si evince che, in assenza del Piano Generale di Bonifica, spetta al Consorzio di Bonifica dimostrare il beneficio apportato all’immobile mediante l’esecuzione delle attività per le quali è richiesto il contributo di bonifica;

Dall’interrogazione che ho posto all’assessorato competente è emerso chiaramente che il Piano Generale di Bonifica NON è presente.

Il secondo ricorso

Ma non basta: la Commissione Tributaria Provinciale di Ancona, sezione 2, con sentenza n. 440/18 pronunciata il 10 aprile 2018, in risposta ad un ricorso nel quale si afferma che il pagamento del contributo sia dovuto solo se la motivazione della cartella sia ben esplicitata, asserisce che: “la cartella esattoriale attraverso la quale il consorzio procede alla riscossione dei tributi si atteggia, essendo il primo ed unico atto con cui l’ente impositore esercita la pretesa, come atto sostanzialmente impositivo. Con la conseguenza che essa deve contenere gli elementi indispensabili per consentire al contribuente di effettuare il necessario controllo sulla correttezza dell’imposizione…. Di qui l’accoglimento del ricorso, per difetto di motivazione della cartella esattoriale.”.

Una lunga diatriba

Ci siamo occupati del Consorzio di Bonifica fin dall’inizio del nostro mandato, tre anni fa, con la mozione 2/15 “Vigilanza della Giunta regionale per la verifica dell’appropriatezza dell’invio degli avvisi di pagamento da parte del Consorzio di Bonifica delle Marche”, che fu approvata, nella quale impegnavamo la giunta:

  • ad esercitare il potere di vigilanza di cui all’articolo 5 della legge regionale delle Marche 18 maggio 2004, n. 13, anche verificando che i criteri per i quali sono state emessi gli avvisi di pagamento risultino appropriati e siano stati chiaramente definiti ed individuati, al fine di:
    • evitare che eventuali errati avvisi di pagamento siano recapitati a proprietari a cui il tributo non è esigibile;
    • esplicitare chiaramente le motivazioni per le quali il tributo da parte di ciascun proprietario è dovuto, facendo diretto riferimento alle attività specifiche eseguite e ai diretti benefici procurati;
    • evitare numerosi possibili contenziosi, ricorsi, nonché mancati pagamenti che potrebbero compromettere la stabilità del bilancio dell’Ente con conseguente danno per la comunità;
  • a relazionare con risposta scritta ai consiglieri regionali entro il 31 marzo 2016 sull’attività svolta

Nulla è stato fatto per applicare questa mozione. Abbiamo perciò presentato esposti e ricorsi, grazie prevalentemente all’opera del collega Peppino Giorgini, che ora stanno facendo chiarezza sulle errate modalità di emissione dei famosi bollettini che vengono ricevuti dai marchigiani con la richiesta di pagamento dei lavori eseguiti dal Consorzio.

L’incapacità di indirizzo e controllo da parte dell’assessorato è evidente, in 3 anni non solo non è stato in grado di far approvare il Piano Generale di Bonifica, ma non è neppure riuscito a fare chiarezza definitiva circa la liceità delle modalità di emissione dei contributi di bonifica da parte del Consorzio, nonostante l’argomento sia stato trattato in numerosi e reiterati atti ispettivi presentati negli ultimi anni da diverse forze politiche e i numerosi esposti, denunce e ricorsi depositati da cittadini in tutta la regione, avverso i contributi richiesti; Il Movimento 5 Stelle ritiene che la Regione non possa consentire l’emissione di richieste di contributi, senza che questi siano chiaramente motivati e pienamente rispettosi della normativa vigente in materia, se il Consorzio non gestisce in modo appropriato le sue attività deve essere commissariato dalla Regione, viceversa se la Regione non riesce ad esercitare il dovuto controllo sul Consorzio, l’assessore competente deve dimettersi.

Sotto il video della mia replica alla risposta, insoddisfacente e generica, ricevuta dall’assessore Casini all’interrogazione presentata in aula.

Fabbri_Replica CdB

 

Ecco l’articolo uscito sulla stampa:

 

Leggi gli altri articoli che trattano di Ambiente.