Ceriscioli privatizza anche l’ospedale di Cagli ipotecandolo per tutta la prossima legislatura

Ceriscioli privatizza anche l’ospedale di Cagli ipotecandolo per tutta la prossima legislatura. E’ appena uscita la determina del Direttore di Area Vasta 1 con la quale quasi la metà della struttura cagliese, viene assegnata al privato per 6 anni; la determina specifica bene che “il presente provvedimento non è soggetto a controllo della Giunta Regionale” (tanto meno del Consiglio !), quindi un direttore può cedere metà ospedale con due pagine di documento ed una firma, anche se chiaramente, almeno in questo caso, è scontato che agisca secondo il volere della Giunta. Nel 2015, appena entrato in consiglio regionale, il M5S aveva proposto un referendum per limitare i poteri assoluti della Giunta regionale in materia sanitaria, ma servivano almeno 20 delibere comunali e non si erano trovati altrettanti sindaci coraggiosi nell’emanarle, così ora il triste detto “chi è causa del suo mal pianga sé stesso” si cuce addosso alle amministrazioni di tutto l’entroterra. La determina specifica che nella struttura sarà presente un ACAP (Ambulatorio di Continuità Assistenziale Primaria)che NON è un Pronto Soccorso e neppure un Punto di Primo Intervento, ma appunto un AMBULATORIO, contraddicendo i proclami sbandierati dai consiglieri di maggioranza in questi anni che promettevano la presenza di una struttura “salva-vita”. Ora c’è un contratto che per 6 anni prevede un Ambulatorio, in barba anche alla strategia delle aree interne nella quale Cagli era inserita, che avrebbero potuto consentire una organizzazione sanitaria specifica alle necessità del territorio (occasione sprecata).

Questo, purtroppo, è l’ultimo irreversibile atto che ha portato la struttura sanitaria cagliese sotto il controllo del privato: infatti risale al 2008 la cessione dei primi 1130 mq per l’assistenza riabilitativa intensiva, seguiti nel 2017 da 386 mq per 10 posti di lungo degenza, ed ulteriori 314 mq per la diagnostica per immagini nel 2018. Ora il saldo finale, con aggiuntivi 625 mq. Il concessionario privato erogherà quindi i servizi di riabilitazione intensiva, medicina lungo degenza, specialistica ambulatoriale, diagnostica per immagini, prestazioni ambulatoriali riabilitative, e, nota bene, l’ACAP. La salute dei cittadini dell’entroterra vale 208.520 euro, che l’Area Vasta1, sempre meno struttura sanitaria e sempre più ufficio locazioni, incasserà ogni anno, ad eccezione del primo, poichè il concessionario è tenuto a realizzare lavori di adeguamento per un controvalore di 280.000 euro che saranno scomputati dall’affitto, per i quali riconoscerà oltre il 10% (30.000 euro) di compensi professionali.

Dopo la cessione al privato di Sassocorvaro, si cede Cagli (resta interamente pubblico solo il baluardo di Fossombrone, difeso da un tenace sindaco pentastellato, dove il privato non si è ancora introdotto), ma fanno a questo punto pensar male i lavori in corso nell’ospedale di Pergola, dove si è cancellata chirurgia dirottandola ad Urbino: che siano propedeutici ad una ulteriore privatizzazione ? Del resto cari residenti nella Provincia di Pesaro-Urbino, di cosa vi lamentate, Ceriscioli ci ha preparato un accordo di confine con l’Emilia-Romagna… a questo punto tanto vale trasferirci tutti lì….

Ecco l’articolo apparso sul Carlino.

 

Ecco l’articolo apparso sulla stampa on line vivereurbino.it

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La foto in evidenza è del giornalista Mario Carnali di Cagli.