Piergiorgio Fabbri M5S: il registro tumori è ancora una scatola vuota

Piergiorgio Fabbri M5S: il registro tumori è ancora una scatola vuota. E’ appena stato presentato, in pompa magna, a Palazzo Raffaello, il registro tumori della regione Marche, presenti politici, tecnici anche universitari e moltissimi medici e professionisti del mondo sanitario regionale. Purtroppo dietro i toni trionfalistici adottati dai relatori “politici” sono immediatamente emersi gli insopportabili limiti tecnici del registro, posti in evidenza dalle successive illustrazioni dei relatori. In prima istanza i dati contenuti nel registro si riferiscono a quasi 7 anni fa, ed assommano a circa 70.000 record, una inezia se riferiti a scala regionale. Durante l’esposizione si è appreso che l’inserimento dei dati è ancora parzialmente effettuato a mano nei casi in cui occorre una personalizzazione dell’informazione o un controllo specifico sulla stessa, utilizzando un numero limitato di persone, in quanto non esistono software in grado di acquisire in maniera completamente automatizzata i dati provenienti da un eccessivo numero di data-base, e addirittura, oltre a doversi recare in trasferta di persona presso gli archivi sanitari ubicati a Perugia, per reperire le cartelle cartacee dei pazienti, occorre controllare alcuni dati telefonicamente, rivolgendosi ad esempio agli uffici comunali per la residenza, o ai medici di base per ricostruire la storia del paziente. Il processo risulta quindi complesso e dispendioso in termini di tempo e risorse/uomo: andrebbe quindi automatizzato il più possibile. Problemi esistono per ricostruire il quadro sanitario del paziente marchigiano se si è rivolto fuori regione per analisi diagnostiche o interventi (sappiamo che la mobilità passiva è molto elevata nella nostra regione soprattutto a carico della provincia di Pesaro-Urbino), e non è possibile disaggregare i dati presenti a livello inferiore a quello comunale (per il quale occorre attendere ancora tre anni per poter consolidare statisticamente la numerosità delle informazioni). Nell’era dell’intelligenza artificiale e della disponibilità immediata di molte informazioni personali (vedi sistemi di “profilazione” immediata effettuati dai “social” ubiquitariamente utilizzati da tutti noi), non riuscire ad automatizzare l’acquisizione dei dati necessari al registro è semplicemente assurdo. Inoltre sono completamente assenti le correlazioni territoriali. A tal proposito il famoso Osservatorio Epidemiologico Ambientale, organizzato presso l’ARPA Marche, sembra che non disponga di personale sufficiente per operare a regime e non si è a conoscenza delle attività che stia svolgendo; l’Osservatorio dovrebbe collaborare strettamente con le strutture sanitarie, per acquisirne ed elaborarne i dati al fine di estrapolare indicazioni sulla salute delle popolazioni, anche in riferimento all’eventuale presenza di contaminanti. Al riguardo ho presentato circa un mese fa l’interrogazione n. 886/19 Incerta attività e scarso personale dell’Osservatorio Epidemiologico Ambientale, alla quale attendo ancora risposta, ma considerata l’insussistenza dei dati contenuti nel Registro dei Tumori e l’arretratezza informatica dello stesso, non nutro ottimismo circa le informazioni che potranno essermi date. Oltre alle parole spese, ora è necessario finanziare con decisione questa attività per portare le Marche almeno al livello del resto d’Italia, dove i registri dei tumori sono presenti da anni. Viceversa sorge spontaneo il dubbio che manchi una reale volontà politica in tal senso.

Ecco l’articolo apparso sulla stampa on-line.

Ecco l’articolo apparso sul Corriere Adriatico.

 

 

 

 

 

Ecco l’articolo apparso sul Resto del Carlino.

 

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