La Regione non protegge gli agricoltori dai danni provocati dai cinghiali

La Regione non protegge gli agricoltori dai danni provocati dai cinghiali, ma i danni dei cinghiali all’agricoltura sono ormai insostenibili per la nostra regione. Nell’ultimo consiglio regionale il presidente Ceriscioli ha bocciato le richieste degli agricoltori per difendersi dai danni provocati dai cinghiali.

Infatti alcuni giorni fa le organizzazioni agricole CIA, Confagricoltura, Copagri, Confcooperative e FRIMA, con una Lettera, hanno messo nero su bianco un elenco di richieste alla Regione finalizzate a diminuire i danni provocati dai cinghi alle colture agricole. Ho riassunto le richieste in un ordine del giorno presentato nell’ultimo consiglio regionale del 6 novembre, ma Ceriscioli, prendendo personalmente la parola, ha chiesto alla sua maggioranza di non approvarlo, affermando che già la Regione ha adottato e sta soddisfacendo tali richieste. Perché, allora, gli agricoltori hanno confermato per il 20 novembre una manifestazione di protesta nella quale presenteranno appunto l’elenco delle richieste contenuto nella lettera ?

Gli agricoltori chiedono da tempo di poter difendere le proprie colture dai cinghiali, mediante l’installazione di recinti e trappole dove catturarli, o poterli abbattere se avvistati nel proprio terreno. A tal proposito ho presentato più di un anno fa una proposta di legge e recentemente anche una mozione, entrambe respinte. Peccato che gli interventi regionali a cui superficialmente ha fatto riferimento il Presidente della Regione, sono impantanati da mesi in mezzo a procedure burocratiche che ne impediscono l’attuazione, ed in ogni caso sono insufficienti a risolvere concretamente il problema del sovrannumero dei cinghiali.

I dati sui danni causati dai cinghiali alle colture sono ingenti (fonte uffici regionali):

  • tra il 2012 ed il 2016 sono state risarcite dalla regione 5504 richieste di danni, con una media di 1100 richieste risarcite all’anno (sappiamo però che sono numerose anche le richieste che non hanno ancora avuto un risarcimento per vari motivi)
  • l’ammontare complessivo pagato è di 3.198.265 euro, con una media annua di 639.000 euro.

La Regione ha pagato inoltre circa 1 milione di euro nell’ultimo anno per danni provocati durante incidenti stradali.

I cinghiali ufficialmente abbattuti oscillano mediamente intorno ai 10.000 capi all’anno, con una punta 11.019 lo scorso anno.

In questi anni il 77% dei Comuni marchigiani ha registrato danni provocati dai cinghiali. Nell’11% del territorio regionale il danno per ettaro ha raggiunto importi massimi di 20 euro.

In cinque anni sono state adottate significative misure di prevenzione per limitare i danni, che purtroppo non si sono mostrate sufficientemente efficaci: 71.290 metri lineari di recinzioni elettrificate, 1800 ettari di superficie recintati, installazione di 447 dissuasori, adozione di repellenti odorosi.

Come potete leggere in questo articolo, il Consiglio di Stato ha emanato un’Ordinanza per bloccare la caccia nei siti protetti della rete Natura 2000, ma il consiglio regionale ha approvato una Legge “vuota” (si limita a ridurre la percentuale della multa per il ritardo nel pagamento del tesserino di caccia, e definisce cosa registrare nel carnet di caccia) e sbagliata dal punto di vista normativo con l’inserimento di un improbabile emendamento che ha il solo fine di aggirare l’ordinanza, nella consapevolezza che anche questa legge verrà impugnata e si dovrà porre mano nuovamente al calendario venatorio, sperperando soldi pubblici, creando disagi ai cacciatori, e non contenendo i danni causati dai cinghiali alle colture agricole.

Evidentemente alla maggioranza non interessano i problemi degli agricoltori, e d’altro canto si sono dimostrati incapaci di gestire correttamente le problematiche del comparto venatorio giungendo all’ordinanza. Il fallimento della politica faunistico-venatoria di questa giunta è evidente ai cacciatori ed agli agricoltori da tempo, tanto che, ufficialmente da più parti, stanno chiedendo le dimissioni dell’assessore alla caccia Moreno Pieroni.

Questa legge non tutela gli agricoltori e non risolve le motivazioni per cui la caccia è stata vietata: la mancanza di una seria programmazione faunistico-venatoria. Questa giunta, che dopo le pecche nella gestione dell’emergenza terremoto, il massacro sociale operato con lo smantellamento dei servizi sanitari, l’incapacità di risoluzione dei problemi di Aerdorica, prosegue a far danni anche in campo ambientale ed economico, va fermata al più presto.

 

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