Fabbri M5S: la caccia è una pratica ludico-sportiva e va regolamentata meglio

Fabbri M5S: la caccia è una pratica ludico-sportiva e va regolamentata meglio.

Personalmente non sono ideologicamente contrario alla caccia, ed anzi, da orgoglioso onnivoro, apprezzo i piatti di “cacciagione”, però ho sempre considerato la caccia come un’attività ludico-sportiva, ed ho impostato la mia azione politica per far recuperare a questa pratica la giusta dimensione normativa e gestionale, ora troppo dilatate. Tra l’altro, a differenza della maggior parte dei settori in cui l’uomo pratica sport e si diverte, la caccia comporta impatti su un bene comune quale la fauna selvatica, e per questo motivo va regolamentata con attenzione. A tal proposito ho presentato una proposta di legge (il cui contenuto è stato assorbito all’interno di un emendamento approvato nella legge di bilancio) per riportare la discussione del calendario venatorio all’interno della commissione consigliare competente, consentendo il confronto istituzionale tra i vari portatori di interesse, che oltre ai cacciatori sono gli ambientalisti, gli animalisti e gli agricoltori. Questo confronto, portato puntualmente avanti per l’intera legislatura ha consentito di porre in evidenza alcuni punti critici del settore, che voglio brevemente riassumere.

Innanzitutto, il calendario venatorio dovrebbe recepire integralmente le indicazioni fornite dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), non consentendo agli uffici regionali di apportare deroghe, come puntualmente avviene ogni anno; inoltre lo stesso calendario andrebbe formato di concerto ed in accordo con tutti i portatori di interesse, in modo da contemperare le diverse esigenze: se da un lato i cacciatori vogliono cacciare il maggior numero di specie possibili e per il maggior tempo possibile, dall’altro gli ambientalisti vogliono poter fruire di un ambiente ricco dal punto di vista della biodiversità anche faunistica, e gli animalisti vogliono veder rispettato il diritto ad una vita naturalmente bilanciata dalle leggi della natura per tutte le specie animali, senza l’intromissione della caccia, che rischia, ogni anno di alterare gli equilibri ecosistemici; infine gli agricoltori e gli allevatori hanno il diritto di difendere le proprie attività economiche dalle predazioni, notevolmente aumentate negli ultimi anni soprattutto a causa del sovrannumero degli ungulati presenti nei nostri territori, provocato da una cattiva gestione del problema da parte dei cacciatori/cinghialai – leggi l’articolo –  ( a questo proposito ho presentato un proposta di legge i cui contenuti sono stati inseriti all’interno del regolamento per il contenimento degli ungulati, che consente agli agricoltori di catturare i cinghiali all’interno dei propri terreni – leggi l’articolo -).

Ho presentato interrogazioni e mozioni affinchè il calendario venatorio rispettasse le indicazioni ISPRA e venisse stilato in maniera concordata, purtroppo tutte respinte, poiché “la politica” vede nei cacciatori una lobby coesa e numerosa (oltre 20.000 nelle Marche) a cui assecondare il proprio comportamento. Prova di questa “sottomissione” viene facilmente evidenziata nella convulsa attività legislativa prodotta dalla giunta, per consentire lo svolgimento dell’attività venatoria anche in presenza di ricorsi persi che hanno ripetutamente fermato il calendario venatorio.

Auspico in questo settore una crescita culturale collettiva (leggi l’articolo), da parte di tutti i portatori di interesse, al fine di giungere, da un lato, alla reale tutela della fauna selvatica, alla riduzione del numero eccessivo anche dal punto di vista ecosistemico degli ungulati, e dall’altro consentire questa pratica ludico-sportiva alla luce di regole chiare e stabili nel tempo, che assicurino il rispetto di un bene comune.

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