Chiusura Cà Lucio: è necessaria una nuova gestione dei rifiuti della provincia

Chiusura Cà Lucio: è necessaria una nuova gestione dei rifiuti della provincia. La sentenza del Consiglio di Stato ha imposto la chiusura della discarica di Cà Lucio, aprendo scenari emergenziali e nuovi nella gestione dei rifiuti dell’ATA1 di Pesaro-Urbino. Per questo il M5S sta presentando ai Comuni che hanno partecipazioni in Marche Multiservizi, interrogazioni per sapere:

  1. in quale impianto verranno trattati i rifiuti conferiti finora al TMB di Cà Lucio;
  2. in quale discarica verranno smaltiti i rifiuti urbani e speciali sinora conferiti nella discarica di Cà Lucio;
  3. a quanto ammonti l’accantonamento finanziario dedicato alla gestione post-mortem della discarica di Cà Lucio;
  4. quali azioni intenda intraprendere nei confronti del Gestore responsabile dei sovra-costi derivanti da una gestione dei rifiuti emergenziale;
  5. Se ritenga esistere un danno erariale, ed eventualmente imputabile a quale soggetto.
  6. Se abbia notizie circa i tempi di realizzazione dell’impianto TMB di Tavullia previsto entro il 2018.

Sono queste le domande pressanti a cui l’ATA1 ed MMS devono rispondere.

Ma non basta. Occorre ora procedere ad un cambio di passo nella gestione dei rifiuti, così sto intervenendo anche a livello regionale perché il nuovo Piano d’Ambito dei rifiuti, che l’ATA1 dovrà scrivere in seguito a questa sentenza, contenga elementi “moderni” ed ecocompatibili. Il M5s da anni chiede che si faccia un salto di qualità nella gestione e ritiene che:

  • una moderna visione della gestione dei rifiuti debba evitare la fase di incenerimento/termovalorizzazione degli stessi; e la Regione Marche si sia chiaramente espressa in modo contrario a qualsiasi forma di incenerimento dei rifiuti e loro assimilati compreso quindi il Combustibile Solido Secondario – CSS;
  • i Piani d’Ambito dei rifiuti debbano essere redatti al fine di applicare lo scenario “recupero di materia”, evitare il “recupero di energia”, minimizzare il conferimento in discarica, realizzando la dovuta impiantistica;
  • occorra potenziare il Programma Regionale di Prevenzione della produzione di rifiuti, parte integrante del Piano di gestione dei rifiuti; al fine di ridurre la produzione di rifiuti alla fonte;
  • l’applicazione sistematica, in tutti i comuni appartenenti alle rispettive ATA, della metodologia di raccolta differenziata “porta a porta” di tutte le frazioni separate, sia il metodo più consono per assicurare l’innalzamento delle quantità e della qualità dei rifiuti destinati al riciclo;
  • l’introduzione della tariffazione puntuale sia un elemento di giustizia sociale e realizzi un concreto risparmio economico per le famiglie e le imprese;
  • la Regione debba procedere alla verifica di conformità dei Piani d’Ambito e relativi documenti connessi prodotti dalle ATA, congruentemente con le indicazioni di volta in volta approvate dal Consiglio regionale, finalizzata al controllo dei contenuti dei Piani che devono esplicitamente contenere:
    • l’adozione su tutto il territorio di riferimento della raccolta differenziata dei rifiuti eseguita con il metodo del “porta a porta” relativo a tutte le frazioni separate,
    • l’introduzione della Tariffa Puntuale,
    • la realizzazione di impianti di trattamento dei rifiuti che massimizzino il recupero di materia ed evitino la produzione di Combustibile Solido Secondario (CSS);
    • la realizzazione di piccoli impianti di compostaggio aerobico nelle zone extracittadine dimensionati in funzione della popolazione direttamente conferente e impianti di taglia idonea a servizio dei centri urbani maggiori.

 

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