Acqua, rifiuti, elettricità, gas, scuole, ospedali, viabilità: beni comuni da difendere

Difendiamo i beni comuni. Manteniamoli sotto un efficiente controllo pubblico. Senza acqua, rifiuti, elettricità e gas le nostre famiglie andrebbero in crisi in pochi giorni. Senza scuole, ospedali e strade le nostre cittadine si spopolano. Purtroppo su questi servizi essenziali i cittadini non hanno più il controllo. Infatti le diverse competenze sono frammentate tra i vari enti pubblici e l’erogazione dei servizi è stata affidata a società dove prevale la mentalità dell’interesse privato.

Di fronte a cittadini distratti e superficiali, a politici poco competenti e lontani dai territori, “i gestori dei servizi” fanno ciò che vogliono. In questo modo, negli anni, l’entroterra ha subìto lo smantellamento della sanità, la mancata manutenzione alla viabilità, la gestione arretrata dei rifiuti, il saccheggio delle risorse idriche. Inoltre nessun controllo concreto può essere esercitato, a scala locale, sull’energia. I beni comuni vengono utilizzati come merci qualsiasi.

I sindaci curano esclusivamente il proprio Campanile, il territorio è frammentato in Comuni troppo deboli economicamente e politicamente, la Provincia non ha più un ordinamento spiccatamente democratico ed una gestione sufficientemente trasparente delle proprie attività, la Regione si è staccata dalla realtà e non coglie le reali necessità delle comunità locali, il Governo è così lontano che alcuni non colgono quasi la necessità di averlo.

Ci impongono limiti di velocità a causa delle buche nelle strade, ci obbligano a deviazioni perenni per frane mai realmente risolte, automatizzano la captazione del pozzo Burano per disporne lo sfruttamento “in automatico e da remoto”, tengono nei cassetti per troppo tempo i progetti di depurazione delle acque (la Regione pagherà all’Europa oltre 10 milioni di multa per la mancata depurazione !) e i piani d’ambito dei rifiuti (una migliore raccolta differenziata porterebbe all’abbassamento della TARI).

A nulla valgono periodici articoli di stampa, post e condivisioni sui media, manifestazioni di qualche decina di persone, dichiarazioni di qualche sindaco montano. Le motivazioni “dei gestori” sono economiche e quindi forti, mentre il malessere del cittadino, se non è organizzato, non spinge alla soluzione dei problemi.

Occorre perciò riformare il sistema di gestione dei servizi, dei nostri beni comuni, riportandolo sotto un reale controllo pubblico, utilizzando strumenti gestionali trasparenti che permettano ai cittadini di conoscere e sostituire i responsabili se non operano nel completo interesse “comune”.

 

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